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mercoledì 21 giugno 2023

La mafia

La disomogeneità territoriale e la "disunità d'Italia" sono caratteristiche spesso attribuite all'Italia da numerosi commentatori e scienziati sociali. Mentre il Centro-Nord del Paese è considerato ricco e produttivo, il Sud sembra faticare su quasi tutti i parametri economico-sociali. Questa disparità economica ha attirato l'attenzione sia all'interno che all'esterno dei confini nazionali, suscitando preoccupazioni e perplessità.

Secondo gli studiosi, uno degli ostacoli principali allo sviluppo del Mezzogiorno è rappresentato dalla presenza diffusa di organizzazioni criminali organizzate, comunemente conosciute come "mafie". La mafia non indica un'unica organizzazione, ma piuttosto una serie di associazioni criminali che, pur condividendo alcune caratteristiche comuni, differiscono in altri aspetti. Ad esempio, la mafia classica ha una forte presenza in Sicilia, mentre in Calabria troviamo la 'ndrangheta, in Puglia la Sacra Corona Unita e in Campania la camorra.

L'origine della mafia sembra risalire all'inizio del XIX secolo, quando era un fenomeno prevalentemente rurale limitato alle campagne siciliane. Attraverso violenze, omertà, favoritismi, corruzione e infiltrazioni nella pubblica amministrazione, la mafia si è estesa anche nelle grandi città e ha esercitato il proprio potere sulle attività commerciali e imprenditoriali, soprattutto nel settore delle costruzioni e della speculazione edilizia, sfruttando il controllo degli appalti pubblici.

A partire dagli anni Settanta, le mafie hanno ampliato il loro raggio d'azione coinvolgendosi in una serie di attività illegali altamente lucrative, tra cui il traffico di droga. Oggi la mafia è coinvolta anche in attività finanziarie e si cela dietro i colletti bianchi, infiltrandosi nelle professioni e nelle istituzioni finanziarie, persino nei consigli di amministrazione.

Uno dei legami più inquietanti e complessi che la mafia intrattiene è con il potere politico, attraverso il voto di scambio e la corruzione. Leonardo Sciascia, uno dei più importanti autori del Novecento, ha dedicato molte opere narrative all'analisi del fenomeno mafioso, mettendo in luce questi rapporti. Anche i media più autorevoli rilanciano occasionalmente l'accusa, che è difficile ignorare, secondo cui gli interessi della mafia trovano rappresentanza persino in Parlamento.

La mafia ha avuto un impatto significativo sulla storia dell'Italia contemporanea. Gli omicidi brutali di figure autorevoli dello Stato, come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l'onorevole Pio La Torre e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, così come di altri giudici, poliziotti, carabinieri, politici, giornalisti e imprenditori, hanno sconvolto l'opinione pubblica, generando sconcerto e angoscia. Nel Sud del Paese, in particolare tra le giovani generazioni, è emersa una forte reazione di condanna e desiderio di riscatto nei confronti della violenza illegale e omicida delle organizzazioni mafiose, offrendo speranza per il futuro.

Un giovane e coraggioso scrittore, Roberto Saviano, ha pubblicato il libro "Gomorra", in cui denuncia i meccanismi attraverso cui la camorra controlla il territorio della Campania. Il libro è diventato un bestseller tradotto in tutto il mondo e ha ispirato un film di successo visto da milioni di persone. Oggi Saviano vive sotto scorta, ma il notevole interesse che il pubblico ha dimostrato nei suoi confronti, eleggendolo a proprio beniamino, rappresenta un segnale positivo di cambiamento.

La mafia, come un virus patogeno, si insinua nel tessuto sano dell'economia e della società, impedendo il normale funzionamento dei meccanismi economici, come la concorrenza e il mercato, che garantiscono efficienza e prosperità. L'assenza di legalità scoraggia gli investitori e i turisti dal recarsi nel Mezzogiorno e ostacola lo sviluppo politico e civile. Attualmente, la selezione della classe dirigente avviene per affiliazione e non per merito.

Combattere la mafia richiede principalmente, secondo me e secondo molti studiosi autorevoli, il ripristino di una cultura della legalità, in modo da far comprendere che il rispetto delle regole porta ordine, pace, progresso, sviluppo e ricchezza. È fondamentale dimostrare che promuovere un maggiore senso civico è nell'interesse di tutti, contribuendo a migliorare la qualità della vita in generale.

Oggi che la mafia si sta diffondendo sempre più verso il Nord, trovando terreno fertile ovunque, la questione della legalità riguarda non solo le persone del Sud, ma coinvolge sempre di più tutti noi. Se come italiani non riusciremo a liberarci dai nostri vizi atavici e a diventare "buoni cittadini" il prima possibile, ci attendono tempi difficili e disastrosi per tutti.